Val di Fassa Running – 5^ Tappa Alba di Canazei – 7 km 750 mt di dislivello
Ci siamo, ci attende l’ultima e più impegnativa tappa per questo denominata “Tappone” con partenza ad Alba di Canazei nei pressi della stazione a valle della funivia a quota 1500 E su per una strada forestale fino a quota 2200 dove si trova l’altra stazione a monte della funivia Alba/Ciampac.
La sera prima in albergo si commenta con gli altri podisti come affrontarla, racchette si racchette no, abbigliamento, ce la faremo? Meglio rinunciare o proseguire?
Al mattino ci incontriamo a colazione, molti di noi non hanno riposato affatto, come il giorno prima degli esami di scuola, poi vedo seduto un “Senatore” di questa gara a tappe che con questa raggiunge quota 20 edizioni. E’ anziano ma tanto arzillo, non mi sembra preoccupato e questo mi incoraggia. Raggiungo in auto Alba, consegno lo zainetto che ritroveremo in vetta, vado a salutare lo speacker e mi faccio un selfie con lui mentre sulle nostre teste sfrecciano le cabine della funivia che portano su familiari ed i nostri zaini. Alle 9.30, poco prima dello start arriva l’elicottero che ci seguirà durante tutta la “scalata”, lo salutiamo e viene dato il via alla partenza.
E’ subito in salita, corribile ma già ti spezza le gambe ed infatti dopo nemmeno 1 km si comincia a camminare lungo un sentiero ripidissimo da togliere il fiato e le forze. Dopo qualche km inaspettatamente inizia una lunga discesa, apprezzata per riprendere il ritmo ma subito ti fa pensare che la quota guadagnata la stai buttando via e si dovrà ricominciare daccapo.
E così è, un ristoro e si riprende la salita, le racchette mi aiutano, non tanto a salire quanto a non scivolare all’indietro ma la pendenza è veramente tanta, si iniziano a vedere le cime dei monti, passiamo sotto la funivia e percorriamo in salita una pista da sci. Non oso guardare giù, faccio qualche foto per rilassarmi ma quando mi accorgo che l’elicottero è più in basso di noi e vedo le sue pale dall’alto, mi cominciano a tremare le gambe. Indietro non si può tornare ed avanti c’è ancora tanta salita da affrontare. Ai lati del percorso c’è neve ghiacciata e bisogna attraversarla rischiando di scivolare, per un attimo tolgo le cuffiette dalle orecchie che “pompano” musica e mi accorgo che intorno a noi c’è un silenzio surreale che intimorisce. Rimetto la musica, un sorso dalla mia inseparabile borraccia, fisso lo sguardo sui miei passi e tiro dritto verso la meta. Quanto finisce la salita appare davanti a noi un paesaggio fantastico, una piana erbosa ed a tratti innevata con tante tane di marmotte e ruscelli, tutt’intorno vette aride e spigolose. Faccio qualche foto, un podista mi chiede di ritrarlo e riprendo a correre, l’ultimo chilometro verso il traguardo dove mi aspetta la meritata medaglia in ricordo di quest’impresa per me irripetibile. Taglio il traguardo e mi commuovo, prendo la medaglia, la bacio e mi stendo sul prato.
Il ritorno in funivia, ho qualche titubanza (non è che ad Aprilia la prenda spesso) ma mi lascio cullare durante i 5 minuti di discesa, questi sì veramente interminabili!!
Non ho solo concluso una gara, bensì ho vinto tante mie paure, insicurezze, preoccupazioni e sono più pronto ad affrontare nuove sfide.
Ringrazio la grande famiglia della Runforever che mi ha supportato in questi anni ed in special modo il Mister Gianni Greco che ha voluto raccogliere la sfida e prendere sotto la sua ala protettrice un corridore della “domenica” e trasformarlo in un runner che gareggia quasi tutte le “domeniche”
A proposito la gara l’ho chiusa in 1h 14’ 32” ma credetemi il cronometro in questo caso non conta nulla.