• Roberta

    Roberta Cicciù si racconta

    29/11/2020

    In casa quando ero piccola sentivo spesso dal mio papà la frase "esco vado ad allenarmi", "esco per una cosetta"... "fra 1 oretta torno".... "domenica c'è una gara venite?" ecc… ecc… E poi  arrivavano le domeniche e si partiva presto, eh si perché la maggior parte delle gare si svolgevano e si svolgono di mattina presto, solo alcune di notte, o addirittura giorno e notte come la 100 km, lo so bene perché con mamma e mia sorella accompagnavamo  papà anche a quelle gare ...

    Da brava bimba imitavo in tutto e per tutto papà prima delle gare , il riscaldamento, le corsetta , stretching ecc… come se dovessi fare io la gara, che tipa che ero ahahah...

    Mi chiamavano Duracell da piccola, mi arrampicavo dappertutto, correvo avanti e indietro non mi fermavo mai... Sai quando mi fermavo? quando dovevo vedere papà all’arrivo e lì c'era anche per me il premio, la medaglia, la coppa, il pacco gara, tutte cose che mi rendevano felice. Come dicevo mi chiamavano Duracell i miei, ci hanno provato a farmi fare danza mmmm… non è andata benissimo correvo anche lì, quindi decisero di farmi provare atletica e  approdai alle tre Fontane, abitando lì vicino era il campo per l'atletica per eccellenza... E li piano piano presi possesso della pista... Quella pista che mi faceva correre finalmente e mi rendeva felice, i 100/200/400 fino 1500 però  i 100/200 erano quelli che mi piacevano di più ... Gli allenamenti aumentavano, fra tre Fontane e Caracalla, una pista nel mezzo della Roma antica stupenda, a me piaceva correre quindi ben vengano tanti allenamenti, mi ricordo che mi venivano a prendere a scuola  i miei genitori o l'allenatore e dritti sulla pista, mai stanca in pista ero super carica, ma sul piatto a cena crollavo.... Allenamento dopo allenamento arrivai a fare le  gara, quelle  gare viste sempre da spettatrice erano arrivate anche per me , Duracell dava il massimo e si vedeva, arrivavo molto spesso sul podio anche in posizioni buone, ma non mi sono mai montata la testa scendevo e tornavo in pista, i miei mi hanno sempre insegnato l'umiltà e anche in pista la portavo... Continuai per diversi anni atletica con allenamenti, gare, tante soddisfazioni e anche delusioni, ma ero sempre piena di grinta quindi avanti sempre , ero minuta sino all'età di 12 anni e questo mi portava ad essere veloce, e poi..... Poi come la natura vuole il corpo di una bimba cambia e in me è cambiato troppo, troppo velocemente e troppo sproporzionato per la figura minuta che ero... Quel corpo che  non mi permise più di correre veloce e di conseguenza  questo creò in me tantissimi problemi, dalla postura, al respiro, ma il problema più brutto fu l'insicurezza, credo in assoluto la sensazione che mi fece più male e mi  segnò di più, da bimba Duracell allegra dinamica, a bimba che si vergognava e non voleva far nulla, dalle magliette super coprenti, al colore  nero perché purtroppo la gente ogni tanto dovrebbe star zitta, ma non riesce e non sa cosa comporta ricevere quelle parole cmq andiamo avanti ...Quando ho avuto l'opportunità stravolsi il mio corpo, ma oramai era tardi per riprendere la "velocista che era in me"... e lasciai quella pista per parecchi anni fino a 2017 quando ripresi a corricchiare vicino casa 1,2,3,7,9,15 km beh era il momento di iscrivermi ad una gara così per il gusto di una gara per le vie della mia Roma , con arrivo  a Caracalla. Chiusi in 1h 26’ la 15 km con medaglia, pacco gara e dritta a casa super contenta a regalare tutto ai miei bimbi chissà perché, quel risultato era  inaspettato come era inaspettato lo sprint finale dei 100m, perché le gambe erano stanche, le vesciche ai piedi perché avevo corso con scarpe non adatte, ma era una gara fatta solo per il gusto della gara ed è uscito tempo e sprint... E ora dopo quasi 4 anni di alti e bassi, km macinati, gare fatte bene o male, portandomi dietro tante soddisfazioni e tante delusioni perché io devo far sempre meglio mai fermarsi a quello che già si sa fare. Però non può mancare il mio sprint finale anche se sono stanca, ho percorso gli ultimi km con la lingua di fuori ahahha ,lo sprint esce fuori... perché quella pista tanto amata da piccola e portata via non per mia volontà si fa sentire...

    Roberta Cicciù

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